Fabio Stassi Sono venuto alla luce il due di maggio del 1962 che non respiravo. A salvarmi ci pensò mia nonna. Mi sbatacchiò dalla testa ai piedi e mi succhiò il liquido che mi ostruiva la gola. Poco dopo emisi il mio primo vagito. Rimasi chiuso per una settimana in una incubatrice. È in quella custodia di vetro con due oblò che si sono formati i miei primi sogni. E lì dentro ho cominciato a immaginare il mondo, e a raccontarmi delle storie, per farmi coraggio. Non ho ancora smesso.